David Langelier torna in Québec dopo cinque anni d'esilio. Congedato con onore dalle forze armate canadesi, diventa minatore nell' Abitibi, il suo angolo di mondo. Nelle viscere di una miniera d'oro, mostra apertamente il suo cuore a Nicole, di cui è follemente innamorato. Dei malviventi si frappongono tra loro, un indigeno, Pijeense, un Ojibway del lago Nipissing, vengono in suo aiuto. Ma la sventura colpisce ancora: un cancro minaccia la vita della giovane ragazza-madre. L'essere un ex-militare non risparmia certo a David il terrore che questa notizia gli provoca, ma decide di affrontare la malattia con Nicole e con sua figlia, la piccola Jessica. C'è solo da sapere come andranno a finire le cose... In questo romanzo, due storie si susseguono parallele, due realtà molto diverse si fiancheggiano da centinaia di anni: quella degli indigeni e quella dei franco-canadesi. Noi Bianchi, viviamo da pochissimo tempo, accanto a quelli che vengono chiamati “ il popolo invisibile ”. C'è stata la tratta delle pelli e poi la colonizzazione; non è che alla fine di quest' ultimo periodo che abbiamo preso coscienza della loro presenza su tutto il territorio, una presenza tranquilla e silenziosa. In questa storia, metto in luce il popolo Algonchino, attraverso Sam, il vecchio saggio. Nel corso del tempo è diventato amico di Bertrand, padre di David e veterano della Seconda Guerra Mondiale. In ogni caso, non dovete far altro che leggere la storia!
